Cari Dirigenti Accompagnatori e cari Dirigenti Arbitri,
ho deciso di scrivervi questa lettera aperta partendo dalla consapevolezza che troppo poco si parla di voi. Siete in tanti, almeno 3.300, a scendere in campo ogni settimana. Siete gente abituata all’anonimato rispetto alla ribalta di allenatori e atleti; gente che serve nell’ombra, in seconda linea, ma è fondamentale e decisiva per l’attività sportiva della società, tanto è vero che se mancate voi anche solo un giorno, si inceppa la macchina.
Avete due ruoli diversi, questo è chiaro, ma in comune avete quel desiderio forte di servire.
Il dirigente accompagnatore, che sta spesso nelle retrovie, è una figura strana che tanti derubricano erroneamente al ruolo di porta borracce, di colui che prepara la distinta, raccoglie le maglie, organizza le trasferte e media quando i genitori riportano qualche lamentela. Sappiamo bene che siete molto di più, un vero e proprio riferimento cui i ragazzi guardano e a cui tengono. Questo lo spieghiamo bene nel nuovo corso Dirigenti Accompagnatori (è già online, ci sono oltre 100 iscritti e trovate tutte le info qui), dal quale si evincono tutte le mansioni fondamentali del ruolo, centrali al punto che questa è l’unica figura obbligatoria in panchina, e se manca si blocca l’organizzazione dell’attività stessa.
Un discorso simile vale per i Dirigenti Arbitri, che svolgono un ruolo di “supplenza” in tutte quelle categorie per cui manca l’arbitro ufficiale CSI. Si tratta per lo più delle nostre categorie giovanili e per questo vi ringrazieremo sempre visto che mettendovi in gioco consentite la regolarità dei nostri campionati. Se non ci foste voi ad assumervi questa responsabilità, non si potrebbe giocare. È un ruolo scomodo, tra l’altro, che in cambio del servizio immenso che comporta, si porta a casa spesso insulti e critiche, e che vive di un equilibrio perenne nel cercare di non arbitrare a discapito della propria società sportiva per non apparire come colui che fa preferenze e avvantaggia i propri atleti.
In un tempo in cui la dimensione del servizio è in crisi e il motore che muove molte scelte è quello dell’apparire, noi abbiamo più di 3000 tesserati e tesserate che ogni settimana vestono ruoli scomodi indossando sempre un sorriso. Se il sistema dello sport di base può sostenersi, è anche grazie a persone come voi, di cui si parla poco rispetto a quanto si dica dei presidenti e degli allenatori. Ricoprite ruoli delicati che prendete e vivete nel modo giusto facendo sempre la differenza. La vostra vita nella società sportiva, è la “vita da mediano” come cantava Ligabue, quel mediano che tutti vorrebbero avere.
Grazie di essere al nostro fianco in modo così prezioso.
Presidente CSI Milano

In questa foto Max, veterano dell’arbitraggio. Ma un grazie enorme anche a Alessio, Andrea, Daniele e a tutti coloro, sia calcio che volley, che magari “si godono meno” la partita per permettere che la partita si giochi.