Il profumo dell’erba bagnata, appena tagliata, spesso il fango sugli scarpini, le gocce di pioggia e di sudore sulla fronte, la maglietta tirata dall’avversaria, le urla della compagna che chiede di passarle la palla, mentre si libera sulla fascia.
Stai correndo verso la porta, il pallone è li incollato, senza accorgertene scarti prima una, poi un’altra difensore, e da sola di fronte all’ultimo ostacolo, hai la freddezza di tirare nell’angolo opposto a dove vedi il portiere, segnando un goal che ti rimarrà per sempre nel cuore: il primo con la maglia dell’OSG2001!
Non stai capendo nulla, le compagne ti corrono incontro, l’allenatore ti sorride, sa che è solo il primo di tanti che segnerai, ma tu sei lì ferma, non hai ancora capito come hai fatto, come ti è stato possibile condurre così bene il pallone, portarti in posizione di tiro, e lasciare che il tuo piede sinistro facesse questo piccolo miracolo.
A fine partita i tuoi genitori ti applaudiranno, andrai a casa e la stanchezza vincerà su tutto. Stai per chiudere gli occhi e allora ripensi a quell’azione e incredibilmente ti tornerà in mente quante volte hai fatto quei movimenti senza manco accorgertene.
Quando in mezzo a mille coni gialli e arancioni portavi a spasso il pallone prima piano, poi corricchiando e infine correndo.
Quando sotto la pioggia correvi avanti e indietro sulla fascia, cercando di recuperare un pallone che sembrava esser sempre troppo veloce, e pensavi se l’allenatore lo faceva per cattiveria di mettere il pallone un po’ più avanti di dove riuscivi ad arrivare, non c’era altro motivo!
Oppure di quando per mezz’ora hai dovuto far rimbalzare il pallone contro un muretto, chiedendoti a cosa servisse e quando sarebbe arrivato il momento della partitella.
Quando la borraccia era vuota e avevi un solo minuto per riempirla di nuovo prima che il mister iniziasse a fischiare per richiamarvi tutte all’ordine.
Quando l’esercizio non ti veniva, anche se ci provavi mille volte, e hai pensato di smetterla, che il calcio è stupido, che non fa per te.
Ma anche alle nuove amiche che ti sei fatta, alle risate in campo e negli spogliatoi prima e dopo l’allenamento, alle caramelle mangiate di nascosto, a quel tifo ancora un po’ acerbo per una squadra o per l’altra, per Ronaldo o Messi, per Leao o Lautaro, per la squadra in cui giochi adesso sognando di arrivare a giocare a San Siro, un giorno. E perché no?
Finalmente riesci a chiudere gli occhi, dopo aver rivisto nella tua testa quel goal per cento volte. Sorridi mentre dormi.
Sei felice, giochi a calcio, nella squadra femminile dell’Under 10 all’OSG2001.
E sabato prossimo si scende di nuovo in campo!
Andrea, Mister U10 femminile OSG2001